Tratto da VIDEOHIFI
Open Journal di Luciano Noseda
Sogni del passato
Un po' di tempo addietro, un mio amico, maniaco estimatore dell'alta Fedeltà e sempre alla ricerca di apparecchi da poter scambiare per ottenerne altri, sempre più , a lui, interessanti, mi porto' a casa un oggetto che, a prima vista, mi lascio' indifferente, ma che doveva poi risultare una perla del mio impianto.
Naturalmente, come succede spesso in questi casi, la trattativa per l'acquisizione del "pezzo", fu lunga e comunque piacevole, sia per me che per il mio amico, che da buoni maniaci, sparammo, l'uno prezzi e l'altro, che ero io, apparecchi da scambiare per potermi accaparrare l'oggetto e cioè un THORENS TD 135.
Finito il baratto è accontentati entrambi gli scambisti, rimasi a tu per tu con il vecchi giradischi. Me lo guardavo e pensavo se avessi fatto un affare o meno.
Il punto era, funzionerà o non funzionerà bene? Dopo una attenta pulizia al mobile, che, tra parentesi, era molto particolare , con una completa apertura posteriore ed una assoluta mancanza di qualsivoglia chiusura inferiore, mi soffermai sui vari meccanismi,motore, braccio, contatti.
La disanima fu accurata e in quel mentre mi accorsi che erano state apportate delle modifiche al giradischi, non era presente nessun alza e abbassa braccio e l'automatismo di ritorno non c'era. Alla fine il tutto era poco male, l'alza e abbassa braccio lo avrei istallato, come feci, in seguito e se il giradischi funzionava completamente in manuale, per un minimalista come me, non era un male.
Funzionare, funzionava, bisognava vedere come. L'ansia era grande e la pazienza era pochissima, il tempo trascorreva senza che io mi rendessi conto. Avevo montato una testina abbastanza buona, una DENON e mi accingevo con trepidazione all'ascolto di qualche disco per giudicare il buon funzionamento del THORENS collegato alla mia catena HIFI.
Non ci volle molto per capire che, un pezzo di storia dell'alta fedeltà era entrato, per sempre, almeno per la durata della mia vita, a far parte del mio impianto. Con grande soddisfazione e naturalmente con estrema cura mi misi a tarare il peso di lettura della testina con una bilanciano elettronica e poi via, all'ascolto senza tregua di un po' di musica.
Che bello, poter ascoltare musica con un oggetto così particolare, pieno di storia, che se potesse parlare ci racconterebbe dei migliaia di dischi che gli sono passati sopra, meraviglioso! Sono orgoglioso di poter usare un giradischi THORENS TD 135 degli anni sessanta, quando io ero ancora un bimbo, sembra che usandolo, come in una fantastica magia, potessi tornare in dietro nel tempo e questo vi assicuro è impagabile.
Buona musica a tutti e buone feste.
Tratto da VIDEOHIFI
Open Journal di Luciano Noseda
Il disco nero
Oggi molti giovani non sanno nemmeno cosa può essere un giradischi, si forse qualcosa hanno sentito dai genitori o da qualche amico, ma niente di più.
Dicono che il disco nero abbia una seconda giovinezza, il mio pensiero personale, che non vuole essere disfattista nei confronti di nessuno, è che quelle persone che negli anni ottanta hanno buttato tantissimi LP in nome della tecnologia e del cosiddetto purismo del suono digitale, siano clamorosamente e giustamente tornate indietro. C'è senza dubbio una parte di giovani interessata al passato e piacevolmente coinvolta dal messaggio analogico che può fuoriuscire dal vinile ma la gran parte dei fruitori dei dischi sono ancora quelli che lo hanno condannato anni fa.
Anche io sono un maniaco della tecnologia, a Como, la mia città, sono stato uno dei primi ad avere un lettore digitale della Sony, che anni dopo ho ritrovato al museo della scienza e della tecnica a Milano!
Allora non avrei mai pensato di ricercare, trenta anni dopo, dei vinili in rete o di andarli a comprare in qualche negozio. Allora pensavo che la svolta digitale ci avrebbe portato chissà dove e che il tempo non si può fermare. Ho venduto i miei dischi e mi sono disfato di un impianto che ritenevo troppo legato all'ascolto analogico.
Sono stato un pazzo e molti anni dopo mi sono ritrovato tutti i miei amati LP e molti altri ancora, per la soddisfazione delle mie orecchie. Ho capito che il futuro lo si può vedere anche e soprattutto in funzione del passato, che non si butta niente e tutto in parte ritorna.
La mia generazione è stata fortunata, ha conosciuto l'analogico, certo i giovani di oggi li chiamano "digitali" ma il nostro compito, per quanto possiamo fare, è far conoscere ai nostri figli e nipoti come si può godere di un ascolto pacato e sereno, su un morbido divano, al di fuori del caos e della caotica vita moderna, di un datato ma essenziale mezzo per fruire dell'amata musica, il disco nero.
Buona musica a tutti.
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