Tratto da VIDEOHIFI

Open Journal di Luciano Noseda

Giradischi LENCO L78 

Sono passati ormai degli anni da quando, per caso, trovai un compatto della Lenco, ossia un bel giradischi L 78 con abbinato un amplificatore, nello stesso mobile, con una potenza limitata ( circa una ventina di Watts RMS) ma con un canale non funzionante.

Un insieme perfetto

Non volevo buttar via l'amplificatore ma nello stesso tempo non sapevo che fare, poi lentamente ho reagito e mi sono reso conto del lavoro che dovevo affrontare.

Tolta la parte elettronica dal mobile contenente anche il giradischi, mi sono attivato per costruire la parte di base mancante  e ho sostituito il braccio. Per il mobile nulla di difficoltoso, per il braccio ho optato per un ESOTER dritto tipo MISSION. Un ottimo braccio con ANTISKATING e lift incorporato, su cui si puo'  montare il maggior numero di testine in commercio.

Certo è che adattare un altro braccio ad un Lenco non è una cosa difficilissima ma il risultato è ottimo. Il giradischi assume caratteristiche di livello molto superiore e può essere ritenuto un lettore di dischi analogico, definitivo.

Se poi si tiene conto del minimo lavoro e del minimo sforzo economico, la soddisfazione è veramente tanta. Come testina ho optato per una STANTON 881 e dopo alcuni dischi ho provato anche una SUMICO BLACK è una ORTOFON RED.

In tutti i casi e con svariati generi musicali, la cosa che maggiormente si poteva notare, era l'assoluta mancanza di rumore e questo non avveniva con il braccio originale. Veramente un successo, IL Lenco era sordo a vibrazioni e anche il braccio era muto come un " pesce ".

Ho avuto fortuna e un po' di incoscienza ma alla fine sono stato premiato, potevo rovinare tutto e invece mi sono trovato un giradischi di classe e, cosa da non sottovalutare, me lo sono toccato e ritoccato divertendomi un casino.

L'appassionato o, se volete, il maniaco di alta fedeltà , non sopporta le manipolazioni ad apparecchi vintage, ma se è lui a modificare e toccare, allora ci gode un sacco e non vede l'ora che gli capiti una cosa del genere. Fantastico ingarbugliamento mentale ma vero.

Per finire, vi dico, la vera verità, e cioè che la Lenco con i giradischi L 75 e L 78, ha fatto dei capolavori a prezzi stracciati, ma incompiuti come la " Pieta Rondanini" del Michelangelo, si fa per dire! Incompiuti proprio sul braccio che a confronto della meccanica, del motore e del piatto era un gran punto debole, e io gli ho tolto questo punto debole.

SONO CONTENTO!!!

Buona musica a tutti

Tratto da VIDEOHIFI

Open Journal di Luciano Noseda

Finalmente torna il SIM

Dopo la fantastica opportunità dell'EXPO e tutto quello che ne consegue in termini di lavoro per la nostra amata economia, finalmente l'anno prossimo torna a furor di popolo (hifi), il SIM, SALONE INTERNAZIONALE DELLA MUSICA, con centinaia di espositori e un gran numero di paesi, che porteranno nei loro stand le innovazioni tecnologiche più esaltanti. Troveranno posto, in questa esposizione, anche strumenti musicali oltre ad un innumerevole rassegna di apparecchi digitali e naturalmente l'Alta Fedeltà sarà in primo piano sia con il nuovo che con rassegne ed esposizione di materiale vintage. I visitatori si troveranno immersi nella più sfrenata tecnologia e anche nei vecchi ricordi con marchi storici dell'hifi che, per l'occasione, saranno esposti e messi in vendita da appassionati e rivenditori. Il SIM sarà un punto di incontro tra rivenditori, tecnici e curiosi, insieme per poter portare avanti una passione che, nonostante la profonda crisi economica è rimasta sopita ma non morta e pronta ad esplodere nuovamente, anche nelle nuove generazioni. Proprio delle nuove generazioni, il SIM, dovrà tener conto, per rilanciare tutto il settore hifi, musicale e di intrattenimento video in tutte le sue forme, sia vintage che iper moderne. Con questa enorme esposizione, finalmente, gli appassionati accorreranno a migliaia per trovarsi e ritrovarsi, discutere e ascoltare, toccare con mano apparecchi di tutto il mondo in spazi adeguati e pronti a recepire un gran numero di persone. FINALMENTE È TORNATO IL SIM, non aspettavamo altro, chi non risica non rosica, questo il motto per la più grande mostra hifi d'Europa e forse del mondo.

Bene, ora mi sono sfogato. Datemi del matto ma, ho sempre sognato in questi ultimi anni di poter parlare, scrivere su un eventuale ritorno in grande stile della mostra che più ha segnato la mia cultura musicale e la mia fantasia elettronica.

So benissimo che il ritorno del SIM è un mio grande sogno personale ma, in fin dei conti sognare non costa nulla.

BUONA MUSICA A TUTTI.

Tratto da VIDEOHIFI

Open Journal di Luciano Noseda

Sogno di una notte di mezza estate

Con sto caldo... La notte non si riesce a dormire, al massimo si può riposare, male, in un dormiveglia che porta solo una grande stanchezza al mattino dopo. Cosa si può fare? Siamo in Luglio, un mese caldo e, quest'anno ancora più caldo. Alcune notti, proprio in queste condizioni, mi capita di fare dei sogni, rotti dal mio movimento corporeo per trovare un settore del materasso più fresco, inutilmente. Proprio di uno di questi sogni vi voglio parlare.

Che sogni strani con il caldo!

Mi sveglio di soprassalto, sudato e sento una musica famigliare, mi alzò lentamente e vado in cucina per prendere dal frigo l'acqua, la musica c'è ancora e arriva dalla sala. Ma possibile che abbia dimenticato qualcosa acceso, ma, forse la radio? No, non è la radio, è un pre e finale, ma non ho mai avuto un pre e finale Mark Levinson, come è possibile! Certo suona da Dio, è lo sapevo che suonava bene ma non immaginavo così, sopra il pre accucciata a mo' di batuffolo c'è la Clelia, adorata gattina, che mi vede e subito si alza in piedi sul pre, lasciando intravedere sotto di se una busta. Tutto strano tutto confuso, forse nemmeno a colori, ma tante'. Il suono è meraviglioso, ho paura di svegliare tutti ma nella stanza non viene nessuno, sono solo io con una busta in mano, quella che era sotto la gatta.

la apro e dentro scritto a macchina trovo un testo inquietante che fa riferimento al pre e finale Mark Levinson. " Caro Luciano, so di farti cosa gradita nel donarti questi apparecchi, eccezionali, ma in cambio ti chiedo un piccolo sacrificio" . E qui viene il bello, la lettera prosegue" sono sicuro che non troverai spiacevole quello che ti chiedo in cambio del mio dono. Vorrei che tu scrivessi e dicessi a tutti il tuo odio verso la musica e verso l'alta fedeltà. Questo solo come prova a riscatto del dono. In fin dei conti dovresti rinnegare la tua passione che dura da una vita. Se fai questo il ML sarà tuo".

Ma che razza di situazione, con sto caldo! Sono deciso a rispondere per la rime a chi ha osato pensare che si possa cambiare per interesse le idee di una vita.

ad un tratto mi trovo seduto su letto, fa caldo, la musica non c'è più. Mi alzo e vado in sala, nulla, tutto tranquillo, non c'è la gatta , non c'è il pre e finale ML e nemmeno la lettera. Be' sono felice. Le tentazioni maligne possono essere di vari tipi. Con calma vado a bere qualcosa in cucina e poi mi stendo sul letto, sereno.

per fortuna sono sempre io!! Adesso spero di riposare un po'.

Buona musica a tutti.

Articolo1

Open Journal di Luciano Noseda

Una vecchia coppia può rendere felice!

Il mercato dell'usato di Cormano è frequentatissimo, caotico, e se lo conosci tenti il tutto per tutto e arrivi prestissimo, diciamo, alle 5.30 AM ... quando arrivano i ricercatori incalliti. Quelli pronti a calpestare chicchessia pur di raggiungere il "pezzo unico", ribattezzato da me "il colpaccio".

Una cassa AR

Certo non sono in tanti ad alzarsi alle cinque il sabato per andare al mercatino.

Questo pensavo io. Si, lo pensavo prima, prima di essere andato al mercatino.

Poverino!!! Un mare di gente, altro che nessuno! Si alza tutta la Lombardia per venire a 'sto mercatino, cribbio!

Il mercato dell'usato di Cormano è frequentatissimo, caotico, e se lo conosci tenti il tutto per tutto e arrivi prestissimo, diciamo , alle 5.30 AM, oppure alle 8/8.30 quando le bancarelle sono già montate e riempite.

Due orari che sono determinanti. Alle 8.30 arrivano tutti, mentre alle 5.30, quando, in alcuni periodi dell'anno è buio pesto, arrivano i ricercatori incalliti.

Quelli pronti a  calpestare chicchessia pur di raggiungere il "pezzo unico", ribattezzato da me "il colpaccio".

Decisamente quella fredda mattina di inverno, nel buio, rotto solo dalle torce elettriche che qua e là sparavano la luce su apparecchi impegnati in qualche modo,  trovai "il pezzo unico".

Erano per terra, quasi nascoste, con attorno roba di ogni genere e come mimetizzate nella notte che in poco tempo sarebbe divenuta giorno. Sembrava che attendessero me. Sporche, anonime, irriconoscibili ad un occhio, diciamo, da appassionato, ma fortunatamente non ai miei occhi.

Le mitiche, favolose, introvabili ed anche, ve lo posso asserire con certezza, PESANTISSIME AR 10 pigreco. Ora, quando tu trovi "il colpaccio", adrenalina a mille, vuoi concludere subito la transazione di acquisto, non vedi l'ora di prendere sulle spalle il tuo amore e scappare a casa per capire se il tutto è recuperabile, ovvero se hai fatto "l'affare della vita".

Io ho fatto esattamente così.

Sono riuscito, con calma, dopo, a rendermi conto del c..o che ho avuto.

Per un ricercatore del Vintage HIFI è stata l'apoteosi.

Oggi, a casa, su due stand in metallo sono posate le mie adorate AR 10 pigreco, completamente restaurate dal sottoscritto, bellissime e con una voce meravigliosa. Tutto è finito BENE.

Sono davanti a loro, collegate, e ascolto la mia buona musica, è passato un po' di tempo, ripensando al passato......piango di felicità, come un bimbo.

 

Articolo 2

Amore mio

Passa il tempo, stranamente si inizia a non ricordare cose avvenute recentemente e senza che ci si renda conto del perché, riaffiorano ricordi lontani, anzi lontanissimi. Non starò diventando, come mia nonna che raccontava cose del passato e non si ricordava di spegnere il gas!? Accipicchia sto invecchiando?

Galactron mk120 una Icona

Il tempo era brutto, pioveva e nonostante fosse maggio, l'umidità ti entrava nelle ossa. Io, comunque, non mi preoccupavo minimamente e continuavo la mia passeggiata pomeridiana dopo la scuola, cazzeggiando a destra e a manca in quel di Como pur di non tornare a casa per fare i soliti compiti e studiare...

Solitamente, in questo mio peregrinare senza meta,  ero solo e stavo bene così, perché potevo fermarmi dove e quando volevo, senza rendere conto a nessuno.

Bene, in questa giornata, pessima come clima, ma meravigliosa per quello che mi sarebbe successo, trovai, ad un certo punto, riparo dalla pioggia in una galleria di un palazzo in via Milano. Era un passaggio sotto questo palazzo che lo attraversava da una strada, appunto via Milano, ad un'altra.

Qui, molti anni fa, primi anni settanta, c'era un negozio enorme, che occupava tutta la galleria, a destra era pieno di elettrodomestici e a sinistra era pieno di....

HI FI . Forse era il più grande rivenditore hifi di Como.

Io lo conoscevo bene, ma, quel giorno in vetrina trovai, non i soliti apparecchi più o meno belli che erano oggetto delle mia curiosità, ma l'Amore, con la A maiuscola, e non esagero, perché da allora la passione infuocata per l'Alta Fedeltà e la musica mi pervase completamente. Ebbene si, in vetrina erano esposti alcuni modelli di un costruttore che già allora era famoso, ma che io non avevo ancora potuto vedere dal vivo. Il marchio ben visibile e inconfondibile, da quel giorno mi si stampò nel cuore, Galactron.

Meraviglia, allora era semplicemente meraviglia per apparecchi non solo ben suonanti, come avrei potuto accertarmene negli anni seguenti, ma anche Stupendi esteticamente. Rompevano ogni schema fino ad allora seguito dalla maggioranza di produttori hifi. Erano apparecchiature marziane, beautiful.

Col naso attaccato alla vetrina di quel negozio in via Milano, ci sono stato parecchio, ad osservare, a sognare, a sperare che un giorno avrei potuto possedere una meraviglia come l'MK16 o l'MK160 o il 120 o l'MK10 o il 100.

Tutti, sono riuscito a possedere tanti anni dopo. Che grande emozione poterli toccare e usare, lo dissi anche al grande Lojodice, Ideatore del fantascientifico design Galactron, incontrato ad un Top Audio anni dopo.

Quella pila di apparecchi, uno sull'altro, in quella vetrina, mi rimarrà come un flash nella mente e nel cuore in eterno.

Anni dopo, in quella galleria in via Milano, andavo tutti i giorni, pigliavo un bel caffè al bar di fianco e dopo con calma ma con enorme passione entravo in negozio, si, proprio quel negozio. Mi avevano assunto, vendevo Alta Fedeltà.

 

Articolo 3

Open Journal di Luciano Noseda

Pensieri e parole

La musica mi ha accompagnato per buona parte della vita ed è tuttora presente nelle mie giornate, non mi abbandona mai. Nelle giornate uggiose, come quella passata oggi, se non avessi il conforto della mia amata radio che spara musica a ripetizione, sarei una persona tristissima.

Due LP storici. Nursery Cryme e Atom Earth Mother

Tutto é iniziato nel 1970, un anno pesante per chi andava a scuola, si fa per dire, ma una annata speciale per la discografia in generale.

Il Progressive era già in pista e con Pink Floyd, Genesis, King Crimson si andava alla grande. Io, povero pistorello di quindici anni, non avevo manco gli occhi per piangere, figuriamoci se potevo permettermi un Long Playing e tantomeno un misero impianto per ascoltarlo.

La fame, a volte, ti aguzza l'ingegno e con un'idea leonardesca mi ritrovai a lavorare con mio padre quell'estate del '70 per raggranellare i soldi del mio futuro primo impianto.

Magnifica idea, non certo dal punto di vista "vacanze", che erano clamorosamente saltate e neanche dal punto di vista fisico perchè ogni sera arrivavo dal "lavoretto", diciamo, stroncato, non essendo molto abituato ad usare le braccia.

Ma tutto passa, e alla fine si arriva all'ambito premio.

Stupendo! Ero riuscito a farmi un mini gruzzoletto, da spendere in musica ed in hifi, insomma hifi o qualcosa di simile!

Alla fine dell'estate, con i soldi in tasca, andai in pellegrinaggio nei diversi negozi hifi della mia città e, dopo lunghe ricerche, riuscii a scovare il giradischi e l'amplificatore meno costosi in assoluto.

Il giradischi era un ELAC con testina magnetica, che già era un successo perchè altrimenti dovevo prendere una testina per conto mio e magari ceramica, dati i costi. Purtroppo c'era l'inghippo, perchè il giradischi costava poco ma era senza mobile. Una scatola di polistirolo fece da mobile con mio immenso piacere.

L'amplificatore era intero, non gli mancava nulla, aveva anche l'ingresso phono. La marca non era prestigiosa, non credo figurasse sull'annuario di Suono!

Era comunque italiano e si chiamava Milan, be', insomma, aveva anche 10 watt RMS di uscita per canale.

Mi sembrava un "mostro" di fedeltà, e dire che avevo le orecchie molto buone, allora.

L'impianto era nato, cavetti poco costosi, ubicazione fetente, ma era nato.

Mancava la musica. Anche questo aspetto mi portò via un bel po' di tempo.

Ero combattuto, mi piacevano due copertine, anche perché non sapevo minimamente di chi fossero quei dischi, allora. Una copertina rappresentava delle mucche al pascolo ed era molto bucolica,  l'altra copertina che aveva attirato la mia attenzione, era stranissima, rappresentava una bambina, vestita in modo molto vittoriano che giocava a croquet, stranissima. Infine, comprai due LP, dal titolo Nursery Cryme e Atom Earth Mather.

Anni e anni dopo, avevo sugli scaffali della libreria i miei adorati primi LP, insieme a tanti altri, diciamo tutti i dischi dei Genesis e dei Pink Floyd e altri ancora, sempre pronti per un attento ascolto.

Si però, c'è un però: non ascolto più quell'impianto, che nostalgicamente ogni tanto mi ricordo con affetto e un pizzico di malinconia. Quel giradischi sulla scatola di polistirolo e quel'amplificatore dal nome calcistico, Bei tempi...

 

 

Articolo 4

Open Journal di Luciano Noseda

Il suono riflesso

Tanti anni fa, ho posseduto una coppia di Allison Two. Erano dure come sassi, per tirargli fuori la loro vera anima bisognava avere a disposizione dai 100 ai 200 Watt RMS (cioè veri!). Avevo allora un SAE e poi uno Sepectro Acoustic, con loro le"bambine" suonavano molto bene...

Le mie adorate Allison One

Poi, le cose cambiano. Ho cambiato piu impianti che pantaloni... e le Allison Two sono finite chissà dove.

Una trentina di anni dopo vedo un annuncio su internet, era nascosto, quasi invisibile, ma al nome Allison mi si sono rizzate le orecchie, e avevo ragione, vendevano una coppia di Allison ONE a Fregene, c'era anche la foto, sembravano in buone condizioni e venivano vendute a cinquecento euro.

"Mamma, solo cinquecento euro!", era una cifra bassa per come si presentavano le casse, mi chiedevo se anche gli altoparlanti fossero in buono stato. Non potevo stare fermo e farmi passare sotto gli occhi quell'affare, anche perché, nonostante gli anni passati, mi ricordavo, con amore, il bel suono delle mie Allison Two.

Ci sono cose nella vita che si fanno senza pensare a nulla ma solo sotto l'influsso adrenalinico della passione.

Dopo una breve telefonata ero già in macchina e stavo prendendo l'autostrada per Roma.

Fortunatamente era sabato, con due giorni a disposizione per il ritiro a mano! Viaggio piacevole con la mia dolce metà che, sopportando di tutto, mi aveva prestato anche la sua auto. Dopo un bel po' di ore arrivammo giusti giusti in loco, il GPS aveva fatto il miracolo e ci aveva portato esattamente nella pineta di Fregene davanti al cancello di una bella villa, il proprietario era lì ad aspettare. Ci fu una breve presentazione, io ero eccitato come un caprone e sudavo anche sulle dita!

Senza tanti convenevoli ero già arrivato alla contrattazione finale, non vedevo l'ora di mettermi in macchina le casse. Riuscii ad avere anche due woofer di ricambio e dei piedistalli in acciaio per separare le Allison da terra, con delle punte coniche.

Magnifico, mentre caricavo le casse in macchina, aiutato da un uomo di fatica del proprietario, primo infortunio! Un dito mi entra nella copertura, molto delicata delle Allison, buchino, va be' dopo rimedierò. Saluti veloci e ripartenza, altri 700 chilometri e a casa.

Non vi dico portare al secondo piano le casse, un dramma, senza ascensore, con il rischio quasi avvenuto di far ruzzolare il tutto.

Finalmente erano entrate in casa, le Allison One. Il giorno dopo ero in coma ma, da buon fanatico, attaccai immediatamente le casse al mio impianto per sentire con estrema calma, cosa che non avevo fatto il giorno prima. Due clavicembali, le Allison erano e sono due clavicembali. Che immensa soddisfazione, che senso di piacere infinito. Sono proprio, scusate per la parola, un fottuto maniaco dell'hifi!!!

Ma non tutto era finito, come nei film del terrore, dove il mostro non muore mai, così le mie adorate casse non avevano mai pace. Solo poco tempo dopo ho dovuto cambiare due midrenge perché leggermente rumorosi, e sì che li ho trovati! Per ultimo, spero, ho riconato i quattro woofer.

Ora posso finalmente godermi il suono "riflesso" delle mie amate Allison One. E non è poco.

 

 

Articolo 5

Open Journal di Luciano Noseda

L'Altoparlante con la "A" maiuscola

Da piccolo, quando mio nonno accendeva il suo impianto, rigorosamente mono perché allora non esisteva ancora il sistema stereo per l'ascolto con due casse, la mia prima esclamazione, quando vedevo quel cassone con le lucine accese, era, indicando con il ditino, "autoparlante!!!". Mio nonno con estrema calma e la sua rassicurante mano sulla mia spalla, mi correggeva dicendo, risoluto " altoparlante Luciano, alto non auto".

Altoparlante ALTEC 604-8G

Sono passati tanti anni da quando, dicevo candidamente "autoparlane" e non me ne vergogno. Quanti ne ho provati e ascoltati, di altoparlanti. Ho cercato di arrivare alla perfezione dell'ascolto con casse autocostruite o casse comprate. Non è affatto  semplice sentire bene la propria musica, ogni volta si possono sgretolare le certezze di un ascolto, prima positivo con sensazioni piacevoli e poi con altoparlanti diversi, completamente negativo.

Un giorno, poi, sono riuscito per puro caso a venire in possesso di una coppia di altoparlanti, mai sentiti e mai visti prima. La loro provenienza e la loro marca, erano sicuramente un buon biglietto da visita. La costruzione poi non lasciava dubbi, con un peso di circa diciotto chili ad altoparlante.

Gli Altec sono altoparlanti che non costruiscono più, pesanti, indistruttibili, ed anche sottoposti a segnali "maligni" di qualche amplificatore non blasonato difficilmente possono essere distrutti. Nello specifico il modello in mio possesso, il 604-8G é formato da un woofer avente diametro 38 cm e un tweeter  posto al centro del woofer stesso.

Ero pieno di dubbi su questi due monumenti del suono, ma tutto svanì al primo ascolto. Mi servirono un paio di giorni per sistemare i due coni nelle casse da me costruite anni prima e mai usate a dovere, per via del loro suono che non mi aveva mai convinto al cento per cento. Il litraggio era perfetto e il foro da 38 cm era già esistente. Con pazienza ma senza grande difficoltà riuscii a sistemare il tutto, compreso il Crossover a 12 db per ottava con taglio a 1500 hz.

Pronto all'ascolto con una leggera diffidenza provai vari generi musicali, uno dopo l'altro passavano cd e lp per testare semplicemente a orecchio questi due altoparlanti così mastodontici e nello stesso tempo, così dolci, sensibili, coerenti, pieni di fascino.

Ho trovato l'altra metà della mia mela (parlando naturalmente di un ascolto della musica, per me, ideale). Sono grandemente soddisfatto e mi avvicino ai miei adorati dischi e cd con ancora più gusto, sapendo di poter sentire tutto quello che nel disco o nel cd é inciso.

In conclusione, volevo sottolineare il fatto che, dopo anni di spese piu o meno folli nel campo audio, sono riuscito ad avere la pace dei sensi, o almeno di un senso, con pochi euro, forse tanta fortuna ma sicuramente una enorme Costanza. Auguro a tutti gli audiofili, amanti della musica, di scovare prima o poi degli Altec 604-8G e di poterli ascoltare.

Magari per alcuni non sono il massimo in assoluto, ma vi garantisco che sono molto vicini ad essere Altoparlanti con la"A" maiuscola.

Buona musica a tutti.

Articolo 6

Open Journal di Luciano Noseda

Un'incrollabile certezza

Ci sono delle cose nella vita che, volenti o nolenti, ci portiamo dietro e ci aiutano, in momenti anche difficili a superare problemi più o meno grandi, con la loro sola presenza. Insomma, senza voler troppo filosofeggiare, e parlando sempre e solo del mio impianto, da buon maniaco hifi, volevo introdurre il mio Revox B77.

Registratore a bobine B77

È iniziato tanto tempo fa, l'amore per un apparecchio hifi, che in sostanza non ho mai usato moltissimo, ma ho sempre amato moltissimo.

Non ricordo sinceramente quando il Revox B 77, un bellissimo registratore a bobine, forse la massima espressione di questo tipo di apparecchi, sia entrato a far parte del mio impianto in maniera definitiva.

La cosa stupefacente, per me,è che, nonostante io abbia cambiato tantissimi apparati hifi nella mia vita, l'unico pezzo che costantemente fa la sua presenza nella sala di ascolto, è il Revox.

Ogni tanto lo ascolto, lo faccio girare, avanti, indietro, registro, controllo che tutto vada bene, mi è capitato di sostituire cinghiette  varie, lampadine, pulire circuiti interni, potenziometri, lo uso in registrazioni da disco o da CD, valuto la pulizia delle testine e ogni tanto le pulisco con cottonfioc e alcool, e talvolta le smagnetizzo con il mio apposito apparecchio, comprato per questa specifica funzione.

Lo tratto come una mamma può accudire il suo bambino (pazzo!!!), ma non lo uso per il motivo per cui è stato costruito, cioè registrare e risentire dei brani di musica, dalla radio o da un disco, no, non sia mai!

Mi sono accorto con il passare degli anni che il mio amato Revox, più che un registratore era diventato per me, una sorta di " Monumento", una sicurezza duratura e inrimovibile nella mia esistenza.

Pur non usandolo, era sempre, ed è ancora, oggetto delle mie attenzioni maniacali, quasi fosse un talismano, un porta fortuna, e forse il mio registratore a bobine lo è veramente, almeno e quello che amo pensare.

Tutto nel mio personale impianto hifi, ho sostituito, al di fuori del Revox B77, mi piace vederlo sul mobile, sempre allo stesso posto, una sorta di "faro", che rende le notti più tempestose della mia vita, meno pericolose, con la sua luce mi guida e in definitiva mi aiuta, dandomi quella sicurezza che, probabilmente, gli deriva dalla sua storia, un apparecchio senza tempo, dell'Alta fedeltà, con la "A" maiuscola.

Farsi gongolare da queste manie, se da una parte può renderti pesante e noioso, con alcune persone, che non apprezzano i tuoi discorsi, a volte sconclusionati e logorroici, su quel tipo di suono, o quel maledetto fruscio, di quel o quel l'altro ampli o finale, di quei medio alti troppo presenti o di un basso troppo lungo!

Dall'altra parte, ti accompagnano e ti regalano una dolce spensieratezza, che aiuta la propria esistenza.

Evviva il Revox e buona musica a tutti.

 

Articolo 7

Open Journal di Luciano Noseda

La sottile linea "audio"

Quale delle due cose è più importante per alcuni? La musica in tutte le sue svariate sfaccettature, dal vivo con il suo suono potente ma con una presenza devastante, come un bel concerto rock, oppure un bel concerto di classica da camera, dove ogni strumento viene esaltato in ogni sua armonica. Magari ascoltando un buon disco, sul divano della propria abitazione, con un buon bicchiere di whisky? Oppure la libidine di un amplificatore a valvole, o di un giradischi che pur avendo trenta e più anni suona meravigliosamente?

Tanti LP, tanta buona musica

Vi è una sottile linea, ma ben definita in ogni Audiofilo che ho conosciuto.

Alcuni amano la musica, profondamente, magari per i loro trascorsi, ma non hanno alcuna idea di come riprodurla in casa propria. Altri amano la tecnologia di oggi e dei tempi passati, sentono frequentemente musica ma non ne conoscono più di tanto..

Le persone che amano la musica e anche la tecnologia, con una passione per apparati hifi e per i dischi, sono le più fortunate. Oggi le ultime generazioni sono abbastanza lontane da una conoscenza approfondita dell'hifi, visto che la possibilità di reperire amplificatori, giradischi, casse non è molto facile ed è al contrario molto costosa. La musica, per contro è più usufruibile, da IPod, radio, televisione, ecc. Cosa molto strana è questa, mentre una volta si aveva meno musica in casa ma si possedeva un impianto adatto alla riproduzione audio anche di buon livello mediamente, ora su ha tanta musica riprodotta con i piedi.

Mi domando e vi domando, si deve essenzialmente andare sempre avanti anche se questo "avanti"porta a delle storture? Non credo ci sia bisogno di un referendum per questo problema, mi auspico che in futuro si torni due passi indietro e si possa ricominciare ad avere in casa, mediamente, senza svenarsi, un bell'impianto hifi, e con hifi intendo qualcosa che riproduca la musica con dignita' , che avvicini le famiglie e gli amici, senza che ognuno stia nel suo mondo paradisiaco fatto di uno scatolino e una coppia di tappi i infilati nelle povere orecchie, che dovrebbero essere trattate meglio, penso!

Le condizioni per cui questa cosa possa succedere, ci sono. Sento, parlando con la gente e specialmente con i giovani, una voglia di conoscere le cose passate senza preconcetti, la voglia di avere un impianto per riprodurre musica, con qualità, scovando reperti in cantine e soffitte, con sorpresa ancora funzionanti, e riportare in vita apparecchi fermi da molto e dimenticati per far posto al progresso, che a volte non vuol dire "qualità" della vita migliore.

Non è giusto affidare alle discoteche, o ai pochi concerti dal vivo, in cui di musica, tra l'altro, se ne sente poca, la culturizzazzione, in campo musicale, dei ragazzi di oggi. Non è giusto affidare le orecchie dei nostri figli, solo ad apparecchi portatili e con quelle belle cuffiette, con una risposta in frequenza, fantastica, ma a due millimetri dal Timpano!

Quando era uscito, nei primi anni ottanta, il Compact Disc, io ho venduto tutti i miei amati vinili per catapultarmi verso il progresso, ho sostituito parte del mio impianto per adattarlo al nuovo sistema audio. Bene, ora posso dire con tranquillità assoluta che, maniaco della tecnologia e del progresso, amante del nuovo anche sconosciuto, ho fatto la mia più grossa stronzata!

Oggi sono felice possessore di duemila e rotti LP, ho un impianto Mcintosh di trenta e più anni fa, giradischi di venti e più anni fa e l'unica cosa nuova e' la testina, per ovvie ragioni, ma non disdegno sentire anche delle testine molto datate, Shure, Stanton, ecc. Mi dimenticavo delle casse, naturalmente con altoparlanti Altec molto molto vecchi ma molto molto buoni.

Con questo, non voglio assolutamente dire che bisogna avere, per forza, apparecchi vecchi per sentire la musica bene ma che si può arrivare ad un ascolto positivo e piacevole senza svenarsi e ripescando nel passato le cose BUONE.

Buona musica a tutti.

 

Articolo 8

Open Journal di Luciano Noseda

Il giradischi, questo sconosciuto...

Un bel giorno, quasi per gioco, ho voluto cimentarmi nella costruzione di un giradischi, diciamo non convenzionale, che comunque ha dato e continua a darmi grandi soddisfazioni.

Giradischi, che passione!

Sempre alla ricerca dell'ignoto, nel campo hifi, una sera d'inverno fredda e tempestosa, mi sono messo in testa un'idea balorda. Costruire un giradischi che avesse come prerogativa un braccio in legno, si, proprio in legno. Avevo visto in rete parecchi esempi di giradischi più o meno belli e funzionali, con bracci in legno.

Avevo a disposizione, come al solito, dei rimasugli di vari apparecchi hifi, tipo, un giradischi Pioneer, con mobile sfondato, un supporto di un braccio Lenco, un porta testina sempre Pioneer, ed alti pezzi vari. Iniziai subito la costruzione del giradischi.

Per prima cosa mi procurai un asse di legno dello spessore di due centimetri e della grandezza di un normale giradischi, poi iniziai a montare il piatto Pioneer con dei supporti ricavati da un altro giradischi, anche lui di recupero. L'elettronica per il comando del motore (a trazione diretta) la collocai dietro il piatto stesso, il tutto a vista e senza alcuna copertura.

Poi venne la volta del braccio. Un bel tondino di legno, un porta testina in plastica, della Pioneer e come supporto, un bel pezzo della Lenco. I fili per il collegamento della testina, rigorosamente all'esterno del braccio. Il tocco finale, un alza e abbassa braccio, fatto dal sottoscritto, rigorosamente con pezzi di recupero.

Come testina  dopo varie prove, ho montato una buonissima Stanton 681 con il suo spazzolino.

Mi dimentico di spiegare come ricavai il contrappeso del braccio, un filtro di un rubinetto da cucina, naturalmente in metallo ed anche ben cromato!

Non so se dalla foto si può intuire il risultato finale, vi assicuro che dopo varie prove e funzionamenti, lo pseudo giradischi funziona a meraviglia. Si può anche non credere a ciò che ho scritto, ma varrebbe la pena sentire questo mio esperimento, per rendersi conto come può suonare un modesto trazione diretta con un braccetto in legno qualsiasi.

Fatto questo singolare arnese, dopo una o due settimane, arrivarono a casa mia due attenti Audiofili, appassionatissimi di hifi, e con una mania sfegatata per i Thorens. Quando videro che stavo mettendo un disco sopra uno strano giradischi, si incuriosirono non poco. Mi iniziarono a chiedere, cosa fosse, ma perché è così? Come mi è venuto in mente!

Dopo l'ascolto però non c'era più nulla da dire, anzi iniziarono, questi due miei amici, a farsi delle domande tecnico filosofiche, tipo: ma cosa serve un piatto pesantissimo, ma perché suona così bene quel legnetto, al posto di uno SME, come è possibile viaggiare senza antiskating!

Bene, secondo me, la conclusione è una sola. Alle volte con un pizzico di incoscienza e di genialità (fortuna), si riesce ad ottenere risultati incredibili.

Buona musica a tutti.

Articolo 9

Open Journal di Luciano Noseda

9 Settembre, mi ritorni in mente.

Quando ti manca un riferimento, anche nella musica, se sei un appassionato e ti piace sentire dolci melodie e suadenti poesie, ti senti male, non riesci a capire.

Ogni 9 settembre dal 1998 mi ricordo di un amico.

Un amico mai conosciuto di persona, ma divenuto tale a furia di sentirne la voce sui suoi dischi in vinile che mi hanno portato in un mondo meraviglioso.

Forse cio' che ho sentito e risentito, non rappresentava esattamente la sua persona, ma quello che che io ho sempre provato, nel profondo del mio cuore era ed e' una dolce amicizia e vicinanza a questo grande, grande compositore, forse il piu' grande.

Se ne sono dette tante, la verita' come al solito la sa' solo il buon DIO. la cosa vera e indiscutibile e' l'affetto di quelle persone che lo hanno sentito, dal vivo (beati), in televisione, o sui suoi LP, un vero e profondo affetto, una stima.

Da parte mia, sono andato varie volte a trovarlo, non per un motivo religioso ma per una voglia inspiegabile di mettermi vicino alla vetrata di quel monumento tombale e dire qualche parola verso quel nome inciso sul marmo, sentirmi partecipe di quel GRANDE che stava riposando davanti a me, povero tapino insignificante davanti a un genio del suono, della Musica.

Ora non riuscirò' piu a fare queste "dolci" visite a questo Amico, visto che non lo trovero' piu' al suo solito posto.

Non fa nulla, rimarrà finchè vivo nel mio cuore, come uno dei miei famigliari. Alla fine ho capito. Non occorre avere un posto dove piangere e pensare ai propri Cari, occore avere un cuore che accolga volentieri i propri affetti.

Ciao Lucio

Articolo 10

Open Journal di Luciano Noseda

Mostre HI-FI

Poche ma buone. Potrebbe essere questo lo slogan vincente per descrivere le, ormai poche, mostre di alta fedeltà. Peccato, certo peccato per noi appassionati ma, oltre al convincimento che l'hifi dovrebbe essere considerata un pochino di più, vi è anche una sensazione strana, naturalmente parlo per me stesso...

Apparecchi hi-fi da sogno

L'argomento che vorrei trattare in queste mie poche righe, è forse un pochino spinoso, non certo offensivo per nessuno.

Mi capita spesso di visitare mostre hi-fi, sono un appassionato di musica e di apparecchi che la riproducono con una certa fedeltà. Ebbene, visitando le varie mostre, da un po' di anni a questa parte, ho sempre più la netta sensazione di un divario notevole fra impianti esposti e la realtà casalinga di noi appassionati. Con l'affermazione "noi" intendo la stragrande maggioranza di appassionati hi-fi.

Mi spiego meglio, non riesco a capacitarmi, e penso non solo io, dei prezzi esorbitanti di molti, moltissimi apparati esposti in tutte le odierne mostre di alta fedeltà. Con questa affermazione non voglio sottovalutare il valore tecnico e funzionale di casse acustiche, amplificatori, giradischi ecc. che si possono ammirare nelle varie salette dell' Hi End o Top Audio o qualcos'altro, io penso solo ai vari prezzi esposti o detti dai vari espositori, a richiesta, che sono perlo più altissimi. Certo che ci devono sempre essere le cose migliori, specialmente in mostre o convegni hi-fi ma, mi piacerebbe vedere anche cose alla portata di tutti, apparecchi che si possono acquistare e non apparecchi mega galattici, inarrivabili, belli ma troppo, troppo e basta. Sogno, in fin dei conti, un ritorno, forse impossibile, ad un hi-fi "consumer", di massa. Non certo schifezzuole tutte in plastica da supermercato ma veri e propri apparati HiFi dai costi  abbordabili.

Capisco che i tempi cambiano e forse sempre meno persone hanno tempo e voglia di ascoltare musica o di spendere soldi "inutilmente"ma tant'è, se ogni volta che un appassionato (e ce ne sono sempre meno) va ad una mostra hi-fi e si vede passare davanti agli occhi migliaia di euro per ascoltare musica e non può fare altro che sognare. Diventa frustrante.

Sogno un mercato dell'Alta Fedeltà alla portata di molti, forse è proprio un sogno, bisognerebbe tornare ad una concezione di massa per un mercato che è diventato di nicchia.

A volte i sogni si avverano.

buona musica a tutti.

Articolo 11

Open Journal di Luciano Noseda

Vita e Musica

Tutti i grandi musicisti sono sicuramente delle persone speciali e non conformi alla normalità. L'artista di cui parlerò è senza dubbio un grande musicista ma anche una persona speciale e un uomo splendido, genuino, vero.

IL GRANDE NICO DI PALO

Un giorno mi capitò per caso di osservare un cartellone pubblicitario dove veniva pubblicizzato un concerto dei New Trolls "il mito" che si doveva svolgere a Mariano Comense. Rimasi sorpreso nel vedere quel cartellone e pensai subito che non dovevo mancare quel concerto che riguardava personaggi del mio passato che mi avevano accompagnato con la loro musica (Concert Grosso ecc.).

Il giorno del concerto, dopo un breve tragitto in auto da Como a Mariano, io e la mia dolce metà ci trovammo in un cortilone della parrocchia di Mariano con un palchetto non molto grande, mi prese lo sconforto nel ricordo di palazzetti stracolmi nel buon vecchio periodo del progressive.

Ma inaspettatamente mi dovetti ricredere quasi subito. Prima dell'inizio del concerto ci furono incontri "speciali". I componenti del gruppo dei New Trolls  erano in mezzo alla gente e sgranocchiavano qualcosa prima di suonare, parlavano con la gente e anche io feci qualche battuta con loro.

Già questo mi piacque molto e mettendomi a sedere vicino al palco, pensai alla grande umiltà di questi grandi musicisti che fuggivano ogni forma di divismo.

L'uomo che volevo conoscere di persona, egoisticamente, era uno solo, Nico Di Palo, forse il più famoso componente dei New Trolls, non solo per le sue indubbie capacità musicali ma anche per la sua enorme volontà nell'affrontare le avversità che gli si erano presentate dopo il suo terribile incidente automobilistico.

Iniziato il concerto, per me, è iniziata la festa. Tutti i brani cantati li straconoscevo ed è stata una goduria durata quasi due ore, musica, emozioni, ricordi, incredibile poter sentire dal vivo parte della musica del mio cuore.

Non ho saputo trattenere le lacrime alla presentazione di Nico al pubblico che, seppur in un piccolo spazio, in un paese della Brianza, lo ha osannato e applaudito come difficilmente mi è capitato di sentire dal vivo.

Emozioni su emozioni, alla fine del concerto ho potuto dare la mano e scambiare qualche parola con tutti i componenti del gruppo dei New Trolls e sopratutto con  Nico Di Palo, persona splendida, artista a tutto tondo, musicista con una sensibilità ed una anima meravigliosa.

Un autografo su un poster del gruppo, una stretta di mano che ricorderò per tutto il resto della mia esistenza e il ricordo di una serata bellissima.

La voce di Nico Di Palo, se possibile, me la porterò memorizzata nella mia mente "for ever". Grazie Nico per aver superato una montagna di difficoltà nella tua vita e per averci regalato la tua presenza, basta la presenza a volte per rasserenare il cuore.

Buona musica a tutti.

 

Articolo 12

Open Journal di Luciano Noseda

Sogni del passato

Un amante dell'hifi come me non può rimanere indifferente, quando ti trovi di fronte ad un oggetto pieno di fascino come un giradischi THORENS degli anni sessanta. Una macchina perfetta ed intramontabile per sentire il disco nero.

Giradischi THORENS TD135

Un po' di tempo addietro, un mio amico, maniaco estimatore dell'alta Fedeltà e sempre alla ricerca di apparecchi da poter scambiare per ottenerne altri, sempre più, a lui, interessanti, mi portò a casa un oggetto che, a prima vista, mi lasciò indifferente, ma che doveva poi risultare una perla del mio impianto.

Naturalmente, come succede spesso in questi casi, la trattativa per l'acquisizione del "pezzo" fu lunga e comunque piacevole, sia per me che per il mio amico, che da buoni maniaci, sparammo l'uno prezzi e l'altro, che ero io, apparecchi da scambiare per potermi accaparrare l'oggetto e cioè un THORENS TD 135.

Finito il baratto è accontentati entrambi gli scambisti, rimasi a tu per tu con il vecchio giradischi. Me lo guardavo e pensavo se avessi fatto un affare o meno.

Il punto era, funzionerà o non funzionerà bene? Dopo una attenta pulizia al mobile, che, tra parentesi, era molto particolare , con una completa apertura posteriore ed una assoluta mancanza di qualsivoglia chiusura inferiore, mi soffermai sui vari meccanismi, motore, braccio, contatti.

La disanima fu accurata e in quel mentre mi accorsi che erano state apportate delle modifiche al giradischi, non era presente nessun alza e abbassa braccio e l'automatismo di ritorno non c'era. Alla fine il tutto era poco male, l'alza e abbassa braccio lo avrei istallato, come feci, in seguito e se il giradischi funzionava completamente in manuale, per un minimalista come me, non era un male.

Funzionare, funzionava, bisognava vedere come. L'ansia era grande e la pazienza era pochissima, il tempo trascorreva senza che io mi rendessi conto. Avevo montato una testina abbastanza buona, una DENON e mi accingevo con trepidazione all'ascolto di qualche disco per giudicare il buon funzionamento del THORENS collegato alla mia catena hifi.

Non ci volle molto per capire che, un pezzo di storia dell'alta fedeltà era entrato, per sempre, almeno per la durata della mia vita, a far parte del mio impianto. Con grande soddisfazione e naturalmente con estrema cura mi  misi a tarare il peso di lettura della testina con una bilancina elettronica e poi via, all'ascolto senza tregua di un po' di musica.

Che bello, poter ascoltare musica con un oggetto così particolare, pieno di storia, che se potesse parlare ci racconterebbe dei migliaia di dischi che gli sono passati sopra, meraviglioso! Sono orgoglioso di poter usare un giradischi THORENS TD 135 degli anni sessanta, quando io ero ancora un bimbo, sembra che usandolo, come in una fantastica magia, potessi tornare in dietro nel tempo e questo vi assicuro è impagabile.

Buona musica a tutti.

 

 

Articolo 13

Open Journal di Luciano Noseda

Una strana coppia in casa Marantz

Sempre per caso, per costanza o forse per intuito, sono riuscito a scovare una accoppiata particolare. Il pre Marantz 33 e il finale sempre Marantz 32.

Pre e Finale Marantz

In una mite giornata invernale, sono entrati, nella mia vita di appassionato Hifi Vintage, due apparecchi particolari, oserei dire rari.

Non avevo mai avuto il piacere di possedere un pre e un finale Marantz tutti americani. Mi è capitato per caso, come tante volte accade a chi va alla ricerca della "chicca" da poter sentire e apprezzare a casa con calma, seduto sul divano.

Naturalmente come un bravo " Fungiat", come si dice da noi per descrivere un ricercatore di funghi, non rivelerò dove trovo cotali meraviglie. Ma arriviamo alla descrizione dei due Marantz. Il primo è il pre thirty three così detto in lingua anglosassone, un apparecchio esteticamente e classicamente Marantz.

Come tanti apparecchi della casa Americana, c'è chi ne parla bene e chi no, rimane il fatto che essendo stato concepito e costruito in USA alla fine  degli anni sessanta inizio anni settanta è già una rarità.

Il pre in mio possesso, oltre ad essere originale in ogni sua parte, suona veramente bene e non sfigura con pre blasonati di altre marche. Dopo parecchio tempo passato ad ascoltare con attenzione la sua "voce", mi sono reso conto del perché molti appassionati di HIFI, se hanno tra le mani un Marantz all America, se lo tengono stretto, stretto.

Passiamo al finale, sempre Marantz, il modello thirty two (32). Anche lui progettato e costruito in USA, il mio esemplare, completamente integro e originale, mancava solo del classico frontale metallico, d'altronde non si può avere tutto. Il mio rimedio e stato semplice, usando un pezzo di plexiglass ho rifatto il frontale, colore nero, con scritta Marantz al centro.

Al di là del fattore estetico, i 60 watt per canale suonano meravigliosamente e sono il giusto connubio con il pre 33. L'unico mio intervento, per sicurezza, è stato quello di sostituire i due grossi condensatori di livellamento, sulla alimentazione e già che c'ero ne ho inseriti due sovradimensionati.

Che dire, ho voluto far partecipi anche i lettori di Open Journal di questa mia nuova scoperta che mi ha reso molto molto felice.

Se puoi ascoltare la musica, bene e con apparecchi che oltre ad una storia sembra presentino anche un'anima, cosa puoi chiedere di più?

Buona musica a tutti.

 

Articolo 14

Open Journal di Luciano Noseda

Se potessi avere ... o riavere

Mi è capitato spesso di cambiare apparecchi hifi per soddisfare la mia grande curiosità nel sentire la musica sempre in modo diverso e mai arrivando alla "pace" dei sensi o per meglio dire, del senso, cioè l'udito.

Il ricercatore del suono ( con la sua gatta)

Dopo tanti anni e tanto, tanto ascolto, seduto sul divano, con occhi chiusi, sognanti, oppure con occhi ben aperti, come se dovessero ascoltare musica anche loro e aiutarmi nella ricerca, critica, della " perfezione ", mi sono reso conto, ora, di cosa mi sia passato davanti e per le mani.

Fin da ragazzo, tenendo conto dei soldi di cui potevo disporre, ho sempre cercato un unico fine nell'ascolto della musica in casa, la perfezione. Bene, lungi da me averla trovata. Si, si può parlare ora, dopo tanti anni, di una, pace dei sensi e una sorta di compromesso tra la mia mente è le mie orecchie, così da poter essere "quasi" felice del mio impianto hifi.

Ma quanta bella roba, ho sentito e visto, nelle mie quattro mura domestiche.

Avevo iniziato con apparecchiature di normale reperibilità, amplificatore TECHNICS non ricordo se era un 7700, mi sembra, casse Studio sound (italiane) tutte rifinite in noce a tre vie con componenti PHILIPS e un giradischi BSR a puleggia. Questo impianto non fu il primo ma fu un vero impianto hifi, prima erano tutte sperimentazioni di un ragazzo senza una lira, cose assemblate senza un senso logico.

Da allora quanto tempo e passato e quanti gruppi rock ho sentito!

Naturalmente la malattia covava lentamente e piano piano si impossessò  di me, quando iniziai a sentire dentro di me i primi sintomi era già troppo tardi, ero in pieno delirio, maniacalmente rovinato dalla corsa all'impianto migliore, nella vana speranza, seppur con risultati positivi, della perfezione d'ascolto, dell'immaginario palcoscenico dove io ero catapultato in mezzo ai musicisti, potendo ascoltare ogni singolo strumento come se fosse a pochi passi da me. Illusioni, semplici ma pericolose illusioni, che ti facevano cambiare ad ogni battito di ciglia un apparecchio della tua catena hifi, un semplice cavo, oppure una testina nuova.

E così si alternavano AR 10 pigreco, AR 14, AR 6, AR 48, ALLISON, BOSE, KLH, RCF, Piatti, TECHNICS 1200, SANSUI, PANASONIC, ERA, AR, EMPIRE, MICHELL, MICRO SEIKI e tanti altri. Amplificatori integrati, pre e finale di tutte le marche.

Ancora casse B&W, SNELL, KLIPSCH e ancora ampli mostruosi, come potenza e come suono, SOUDCRAFTSMEN, SAE, MARANTZ, NAD, MCINTOSH, giradischi professionali, esoterici, autocostruiti...

Ma quanti erano e sono stati non mi ricordo più, tanti.

La mia sete di apparecchiature hifi non si è ancora placata, la malattia continua, non ho mai smesso di cercare il SANTO GRAAL, sono convinto che esista e un giorno sentirò qualcosa di meraviglioso. Devo fare in fretta però è non perdere tempo, altrimenti non riuscirò a sentire alcuna vibrazione positiva nell'apparecchio perfetto, nel mezzo sublime che mi permetterà di entrare nella musica e non solo ascoltarla, si devo sbrigarmi! Oppure sapete cosa succederà?

Gli anni passeranno e le mie orecchie non saranno più in grado di accorgersi del sogno, che sfiga!

per ora e ancora per molto spero, buona musica a tutti e...

anche a me.

 

 

Articolo 15

Open Journal di Luciano Noseda

I cavi di collegamento

Quando ti appresti a collegare qualsivoglia apparecchio elettronico, i cavi per un suo collegamento sono compresi con l'apparecchio stesso o al limite te li dà il venditore, sono standard diciamo, cioè non si discostano molto, l'uno dall'altro, pur cambiando marca. In hifi questo non accade.

Una parte di impianto hifi

Aumentando il numero di apparecchi hifi nel mio impianto di ascolto, mi sono reso conto del numero esagerato di cavi che sono costretto a usare per collegarli tra loro. Specialmente se devo sostituire un amplificatore o devo spostare qualcosa, capisco il dramma elettrico.

Prima, diciamo parecchi anni fa, al mio impianto bastava una "ciabatta", così chiamata, per poter attaccare tutto ciò che potesse servire ad un ascolto del giradischi e i cavi tra ampli, giradischi e casse erano limitati.

Ora, in sala, dietro il mobile che sorregge l'impianto hifi, si consuma un dramma.

Quattro o cinque "ciabatte" non bastano, fili in ogni dove, e naturalmente il caos.

Certo non sono qui a lamentarmi se devo collegare due sintonizzatori, due finali, due pre, due giradischi, un registratore, due lettori CD, un timer e quattro casse e magari all'occasione qualcos'altro. Li ho voluti io!

Quello che mi fa pensare è il costo iperbolico che dovrei affrontare, usando tutti quei cavi, ottimi senz'altro, che il mercato, se pur incrinato dalla crisi, propone con vari marchi, esoterici o meno, per non perdere un "goccio" del suono dei miei amati apparecchi. Mi viene anche una riflessione di carattere prettamente personale, cioè, ma che risposta in frequenza possono sopportare le mie non più giovani orecchie? Siamo sicuri che il gioco vale la candela?

A queste domande, io, ho risposto da subito, senza pormi nessun problema, senza spendere un patrimonio, ho cercato, nel mio piccolo di arrangiarmi.

I cavi di alimentazione sono quelli in dotazione ad ogni singolo apparecchio, quelli di collegamento a bassa frequenza sono dei normali cavi schermati di normale sezione con attacchi RCA, chi più chi meno "dorati", senza grosse pretese. Non voglio sminuire la bontà dei super cavi venduti per avere un aumento di fedeltà nell'ascolto, anzi confermo che dei risultati positivi si possono avere, tengo solo a precisare che, almeno nel mio caso, andando avanti negli anni, le mie orecchie fanno un po' da filtro passa alto e passa basso, per cui i super cavi sarebbero una battaglia persa e, da non sottovalutare, in ultima analisi, un amplificatore "scarso" anche con un "botto" di cavo, suonerà sempre come un "cassetto".

La conclusione, per me, è sempre a favore dell'appassionato di musica e hifi. Raggiungere un buon risultato senza strafare e godersi l'ascolto del proprio impianto con della buona musica, anche se non si hanno dei super "Cavoni", altrimenti si rischia e.....chi troppo vuole nulla stringe!

Buona musica a tutti.

 

 

Articolo 16

Open Journal di Luciano Noseda

Musica diversa, impianto diverso

Un argomento scottante per ogni audiofilo è che l'impianto possa soddisfare ogni tipo di musica senza per questo dover sostituire le casse o l'amplificatore o il giradischi con relativa testina, tutto per non spendere cifre notevoli.

L'impianto

La mia personalissima soluzione non è stata semplice e non è maturata in poco tempo. Premetto che a me piace ogni tipo di musica, moderna, classica ecc.

I miei primi impianti erano basati essenzialmente sulla qualità e prezzo dei vari componenti, non potevo fare altro. Col passare del tempo ho maturato un pensiero che trova molti audiofili concordi, cioè avere più impianti per poter soddisfare qualsivoglia genere musicale.

Per fare tutto ciò, come ho detto prima, ci vogliono parecchi soldi, oppure tanta, tanta pazienza e tempo, molto tempo. Nel giro di parecchi anni, comunque, sono riuscito a soddisfare con passione i miei desideri, ed ora posso ritenermi appagato.

Senza tediarvi troppo vi descrivo in breve quello che ho combinato, sopratutto per quanto riguarda amplificazioni e casse acustiche, perché sulle varie fonti, tipo lettori CD e giradischi, ancora oggi cambio idea facilmente e di conseguenza girano vari lettori e vari giradischi.

Sulle casse invece tengo molto ad un suono particolare, sia per il jazz o per la classica o per il genere moderno (vedi Rock, Funky, etc.). Anche per i vari amplificatori, la stessa cosa.

Allora, chi non sentirebbe bene un disco di jazz con delle belle Altec, molto efficienti, molto presenti e dettagliatissime, ebbene questa è stata la mia scelta.

Certo non le ho comprate nuove, nè ho sborsato un mucchio di euro, no, no.

Mi è capitata una occasione per due altoparlanti Altec eccezionali e non me la sono fatta scappare, ho costruito due "contenitori" adatti allo scopo e il gioco era fatto.

E che dire di due casse AR, magari le Pigreco, per la musica classica. Per me ottima scelta. Quella che ho fatto io, trovate ad un mercatino e ricondizionare, al pari di casse molto costose ma ad un ottimo prezzo!

Se poi vogliamo finire in gloria, mancano le casse acustiche per ogni genere, forse quasi un riferimento. Anche queste trovate a Fregene tanti anni fa, usate e ricondizionare perfettamente. Una bella coppia di ALLISON ONE.

Come elettronica dopo vari passaggi sono finito a dei validi componenti, tipo pre e finale Marantz per sentire la classica. Pre McIntosh e finale valvolare per il Jazz.

Per il genere moderno ho abbinato anche un integrato McIntosh alle Altec e mi dà grandi soddisfazioni. Sicuramente per mettere in pista diversi impianti ci vuole anche tanto spazio e capisco che qualcuno penserà che sono matto, ma alla passione non si comanda! E poi, in questo modo, si riesce a soddisfare le proprie orecchie.

In conclusione, vorrei che si capisse una cosa fondamentale. Non occorre spendere tanti soldi per ascoltare musica a buoni livelli, ci vuole passione e piano piano, componente dopo componente, cercare gli impianti ideali, si! Perché un impianto solo probabilmente, quasi certamente non vi basterà. E, concludendo, mai fare il passo più lungo della gamba, o meglio più lungo delle proprie orecchie.

Buona musica a tutti.

 

Articolo 17

Open Journal di Luciano Noseda

Il disco nero

Negli anni ottanta con l'avvento del compact disc il vinile ha subito un grande calo delle vendite che ha portato nel giro di qualche anno alla quasi sparizione nei negozi di LP. Mi ricordo grandi negozi che vendevano anche per corrispondenza dischi di importazione e nazionali in grandi quantità, sparire o convertirsi ai CD, facendo piazza pulita di migliaia di dischi, probabilmente mandati anche al macero.

Un buon disco, che passione!

Oggi molti giovani non sanno nemmeno cosa può essere un giradischi, si forse qualcosa hanno sentito dai genitori o da qualche amico, ma niente di più.

Dicono che il disco nero abbia una seconda giovinezza, il mio pensiero personale, che non vuole essere disfattista nei confronti di nessuno, è che quelle persone che negli anni ottanta hanno buttato tantissimi LP in nome della tecnologia e del cosiddetto purismo del suono digitale, siano clamorosamente e giustamente tornate indietro. C'è senza dubbio una parte di giovani interessata al passato e piacevolmente coinvolta dal messaggio analogico che può fuoriuscire dal vinile ma la gran parte dei fruitori dei dischi sono ancora quelli che lo hanno condannato anni fa.

Anche io sono un maniaco della tecnologia, a Como, la mia città, sono stato uno dei primi ad avere un lettore digitale della Sony, che anni dopo ho ritrovato al museo della scienza e della tecnica a Milano!

Allora non avrei mai pensato di ricercare, trenta anni dopo, dei vinili in rete o di andarli a comprare in qualche negozio. Allora pensavo che la svolta digitale ci avrebbe portato chissà dove e che il tempo non si può fermare. Ho venduto i miei dischi e mi sono disfato di un impianto che ritenevo troppo legato all'ascolto analogico.

Sono stato un pazzo e molti anni dopo mi sono ritrovato tutti i miei amati LP e molti altri ancora, per la soddisfazione delle mie orecchie. Ho capito che il futuro lo si può vedere anche e soprattutto in funzione del passato, che non si butta niente e tutto in parte ritorna.

La mia generazione è stata fortunata, ha conosciuto l'analogico, certo i giovani di oggi li chiamano "digitali" ma il nostro compito, per quanto possiamo fare, è far conoscere ai nostri figli e nipoti come si può godere di un ascolto pacato e sereno, su un morbido divano, al di fuori del caos e della caotica vita moderna, di un datato ma essenziale mezzo per fruire dell'amata musica, il disco nero.

Buona musica a tutti.

 

Articolo 18

E LA VITA SUONA VIA

Tempo d'estate, tutti al mare, o quasi. Sono a casa tranquillo e posso godermi la mia musica preferita. Succede sempre così da anni, è il mio modo di essere di concepire la vita.

Tranquillo sul divano con la compagnia benevola della mia amata gatta, la mia compagna al lavoro., mi godo l'impianto HIFI e ascolto dischi, CD, musica liquida. Sono contento.

Riesco ad assaporare, più passa il tempo, il senso della musica, che può valere diversamente per ognuno di noi ma, che, alla fine manda sempre messaggi positivi, sensazioni piacevoli, rilassamento, RELAX.

La cosa sconvolgente, però, sta nell'inarrestabile avanzamento dell'orologio.

Ebbene si, ti accorgi, pur ascoltando brani suadenti e dolci melodie, che, quello che "ti frega",è l'attimo, Si proprio l'attimo, l'istante passa e non torna mai più. Quella nota che avevi sentito un attimo prima, è già passata, come le lancette del tuo orologio.

Pensieri profondi, o una  consapevolezza che la tua musica invecchia con te?

Senza cadere nella filosofia, sono convinto che si possa portare con se, con il proprio pensiero, nella propria mente un bel bagaglio di buona musica e riproporla ogni qual volta si abbia bisogno di essa. Come? Semplice, con la fantasia.

Il tempo può portare via le persone care, i luoghi amati, la salute, ma non può portare via ciò che abbiamo nel nostro cuore e sopra tutto, nella nostra mente.

Forse il caldo mi ha giocato un brutto scherzo, ed ora mi fa dire cose strane. Non credo. Credo invece nel futuro, credo che la mia passione per la musica e l'HIFI sia più forte del tempo, perciò vi dò un consiglio; aprite un file nel vostro cervello e archiviate tutta la buona musica che vi piace, tenetela ben archiviata, e se la vita suona via.....avrete sempre la vostra amata musica, anche nel punto più remoto dell'universo.

buona musica a tutti

Articolo 19

Open Journal di Luciano Noseda

ARRIVEDERCI

Il 25 Luglio è scomparso un personaggio importante per l'alta fedeltà. Renato Giussani. Un riferimento per tutti gli appassionati di HI FI.

Anni settanta, momenti felici

Sono cresciuto con le sue prove dei vari apparecchi hifi, ho letto con interesse le sue risposte argute e professionali nella posta che ogni mese attendevo con ansia in edicola, nella più amata rivista di alta fedeltà italiana. Ho imparato tantissimo dai suoi articoli, dalle sue esperienze di auto costruzione di diffusori acustici.

Un bel cervello, non solo come giornalista ma sopratutto come progettista, illuminato dal fuoco della passione, sempre alla ricerca del meglio.

In campo audio ci ha regalato dei diffusori eccezionali, anche a costi ridotti e auto costruibili.

Proprio come altri eminenti personaggi d'oltreoceano è riuscito a sfruttare le sue capacità tecniche ed uditive per favorire la conoscenza della musica ascoltata in modo adeguato e corretto, in un ambiente domestico.

Con lui se ne va un pezzo di storia italiana dell'hifi, come tutte le persone care, quando non ci sono più, ci si accorge di quanto fossero importanti.

Sicuramente se ci fosse una Hall of fame dell'alta fedeltà, qui in Italia, lui ne farebbe parte.

La tristezza mi assale, pensando che il destino piano, piano si porta via i riferimenti di una vita, scompare a poco a poco, il mio mondo.

Arrivederci Maestro

Articolo 20

Open Journal di Luciano Noseda

E...come d'autunno cadono le foglie.

Mi incaz.... Mi altero, sono triste. Ma come è possibile che tutto il mio mondo stia cambiando? Purtroppo è cosi. Sta cambiando tutto così velocemente che non riesco a stare dietro ai cambiamenti. Sono un appassionato di alta fedeltà, nella città dove abito non esiste più un negozio di alta fedeltà, sembrano estinti, a...no, forse uno è rimasto ma invece di hifi vende...altro.

Un disco di estrema bellezza, ma di infinita tristezza (la mia). Richard Wright : Wet dream

Che peccato, tutto un mondo, quello degli apparecchi hifi, andato a quel paese. Ma si, uno può dire! Non si usano più, per cui, chi se ne frega! Ma non è vero. Io cosa faccio, da buon appassionato? Sono un tecnico, mi piacciono gli apparecchi hifi, anche se sono da riparare ma non ho più un negozio che mi venda i ricambi, tipo, condensatori, resistenze, transistor.  Possibile che si butta via tutto oggi?

La stessa sensazione l'ho avuta, quando un giorno, con la mia dolce metà, volevo farmi una bellissima gita in alto lago (io ho la fortuna di vivere a Como). Benissimo, andiamo a mangiare al solito posto, dove fanno quegli antipasti meravigliosi che se mangi solo quelli sei già  sazio, stupendo. Detto fatto ma, arrivati in loco, amarissima sorpresa, il " nostro" amato ristorante, quello che per anni ha sempre fatto antipasti stupefacenti, ha chiuso i battenti. Dei nastri delimitavano il suo perimetro e all'interno, si poteva scorgere, la più grande Desolazione.

Ecco, il mondo hifi, per quello che posso vedere, mi sta dando la stessa sensazione angosciosa di Desolazione. Forse stanno cambiando le cose, forse sta cambiando il mondo, forse sto invecchiando e vedo, intorno a me, il buio che in realtà non c'è. Speriamo sia così, speriamo che ci siano ancora tanti appassionati come me, che ci siano ancora tanti negozi di alta fedeltà, forse un po più nascosti ma che ci siano. Speriamo che si possa ancora riparare un amplificatore o un giradischi in casa e si trovino i pezzi di ricambio da qualche parte.

Se no, è un mondo dove il sottoscritto farà sempre più fatica a vivere. Io, mi reputo, abbastanza tecnologico, ho vari computer, ipad ecc. Ma, mi inizio a chiedere se tutta questa tecnologia non mi porti alla solitudine e non mi tolga il piacere di andare in un negozio e parlare di passioni e di altro con i miei simili, di poter comprare, a mano e non per corrispondenza, le cose che mi possono servire.

Non facciamo in modo che ognuno di noi stia chiuso nel suo guscio e parli con un computer e basta.

Buona musica a tutti.

Articolo 21

Open Journal di Luciano Noseda

Malattia mac

Credo che si possa definire come: Disturbo mentale che nel corso degli anni si è aggravato, del quale non se ne conosce la causa ma, purtroppo per le proprie tasche, se ne conoscono gli effetti. Questo è quanto si può dire riguardo la passione irrefrenabile di alcuni esponenti hifi per la ditta Mcintosh.

Splendido apparecchio Mcintosh MP4 il cui scopo oltre ad essere molto decorativo. in alcuni casi e' utile . 

Una grande passione, che negli anni è sempre rimasta viva anzi è aumentata, mi ha pervaso fin dai primi incontri con gli apparecchi Mcintosh. Molto eleganti, costruiti con perizia e tecnica, fatti per durare e sopratutto affascinanti come una bella donna. Naturalmente il mondo è bello perché è vario, per cui la nota casa Americana ha moltissimi detrattori che criticano per vari motivi i suoi apparati. Per prima cosa il prezzo che in alcuni casi è veramente alto ma, come si può giudicare un opera d'arte? Negli anni ho visto e provato parecchi Mac, non mi sono mai avvicinato al nuovo per motivi economici, mi sono sempre accontentato di pezzi vintage. La seconda cosa che viene imputata ai Mcintosh è la sonorità di questi "gioielli" che con estrema eleganza riempiono il salotto ma non,dicono alcuni, le orecchie in modo positivo.

Cersto, non hanno un suono che attira immediatamente con caratteristiche dinamiche o micro contrasti nelle frequenze medio alte, da capogiro, comunque sia, io parlo sempre di apparecchi vintage, hanno un suono corretto è piacevolissimo senza essere iperveloci e iperdettagliati. Molti costruttori hanno fatto di meglio, per carità ma pochi o nessuno è rimasto nell'Olimpo hifi così stabilmente e a lungo come Mcintosh.

Questo,  se nessuno se ne fosse ancora accorto, è un atto, scritto, di amore verso i componenti di Bighamton che mi sono entrati nel cuore parecchi anni fa e non ne sono più usciti. So' di non essere in sintonia con molti, fa' nulla.

Importante che si parli e si scriva ancora e sempre di Alta fedeltà e non si perdano delle cose meravigliose come i Mac, mitici mezzi di comunicazione sonora, inarrivabili nel carisma estetico e costruttivo.

Viva MCINTOSH è viva l'hifi, per me Vintage.

buona musica a tutti e scusate per la sviolinata.

Articolo 22

Open Journal di Luciano Noseda

musica sopra ogni cosa.

Tutto quello che possiamo ascoltare a casa comodamente seduti sul nostro divano, non riuscirà mai ad eguagliare la musica dal vivo. Purtroppo cocciutamente gli appassionati di tutto il mondo tendono ad arrivare ad un ascolto della musica che si avvicini alla naturalezza. Cosa voglia poi dire non lo so e non mi interessa.

L'IMPIANTO

La questione fondamentale rimane tutt'oggi sul tappeto e cioè come e con cosa si può sentire a casa propria un disco, pensando e sentendosi coinvolti come se quel l'artista o quella band  sia presente nel proprio salotto e suoni, coinvolgendo te e le persone con te presenti?!

La prima cosa da fare è possedere un buon riproduttore, giradischi, lettore CD etc. Che non colori la musica ma riproduca fedelmente quello che è inciso.( quasi impossibile trovare la perfezione ma ci si può avvicinare)

La seconda cosa è, non facile, avere un amplificatore che possieda, neutralità, che alle volte può scocciare un pochino ma tant'è. In oltre l'ampli deve possedere la giusta potenza per rievocare, insieme alle casse acustiche la dinamica appropriate alla registrazione che stiamo sentendo.( la potenza alle volte gioca brutti scherzi)

Bene, nonostante tutto questo lavoro di ricerca molti appassionati, non riescono ad avvicinare in tutta una vita un impianto perfetto. Per ultimo rimane da affrontare l'ostacolo più arduo all'ascolto: la cassa acustica.

Non crediate che i soldi vi portino il trasduttore giusto, quell'altoparlante perfetto, non è cosi, non è mai così. Difficilissimo il giusto posizionamento di qualsivoglia cassa acustica.

Io ne ho provate di tutti i tipi ma non sono ancora arrivato alla conclusione. Suono diretto? Suono riflesso? Quale può essere a secondo del tuo ambiente domestico la risposta esatta?

La soluzione ideale è il compromesso, seduto sul tuo divano devi decidere il tuo ascolto e alle volte, con un certo tipo di musica può andar bene una cassa monitor, diretta ed efficiente. Ma alcune incisioni hanno nel loro DNA l'obbligo di un ascolto con una apertura, una riflessione del suono che una cassa monitor non ti può dare. Allora si devono trovare altre vie.

Mi è capitato di provare l'inserimento di un tweeter supplementare ad alcune casse da me possedute, nella parte posteriore della cassa, naturalmente se scostate dal muro per una settantina di centimetri circa, questo è un trucco già sperimentato da nomi celebri dell'hifi, vedi SNELL..

Con questo piccolo stratagemma sono riuscito ad aggiungere spazialità al tessuto musicale riprodotto, senza snaturare nulla.

il tweeter in questione, oltre ad essere un buon tweeter deve essere tagliato in frequenza con una adeguata rete RC e non sconvolgere il crossover della cassa a cui è stato abbinato.

Concludo questa mia esternazione sperando che qualcuno mi abbia capito è che non faccia i mie stessi errori e si convica che la musica si può ascoltare anche con una impianto normale, che non costi un occhio della testa, la cosa principale è ascoltare e basta, ascoltare sempre e solo ascoltare.

MUSICA SOPRA OGNI COSA ( Paul Verlaine)

Articolo 23

Open Journal di Luciano Noseda

Bastaaaaaaa.....W la musica

La copertina del nuovo disco dei Pink Floyd

E' uscito il 7 Novembre 2014 l'ultimo album dei Pink Floyd, The Endless River.

Ma è mai possibile che pseudo critici del cazzo ogni volta che esce un buon disco, ma veramente buono sia come fattura che come musica, abbiano da dire male, rompano i "maroni" e smontino quel meraviglioso connubio che si forma tra appassionati e musicisti, criticando con frasi fatte e senza sapere un tubo? (ma io dico" brutti cazzoni se voi foste capaci di fare un disco che si avvicini minimamente a questo, io ascolterei il vostro giudizio con serenità". Ma non esiste proprio!) Questa cosa vergognosa è sintomo dei tempi che stiamo passando o è una cronica distrofia mentale dei, cosiddetti, critici musicali?

Io ho prenotato questa nuova fatica dei miei vecchi idoli e ascoltandola ho pianto ripensando a tempi lontani e musica eterna, universale, per cui l'aggettivo insuperabile non è sprecato, forse sarebbe ora di chiamare questa musica, musica classica, senza cavillare sull'uso di strumenti elettronici o meno.

Se si conoscesse veramente la storia, si potrebbe capire meglio,sempre, tutto.

Per favore non sprechiamo anche questa occasione per far conoscere ai nostri giovani una musica eterna che li avvicini alle sette note per tutto il resto della loro vita, è successo a me, anni e anni fa, e spero succeda agli ascoltatori di questo disco.

Ricordatevi che i critici musicali, di norma, non capiscono quello che la gente vuole ascoltare, sono bastian contrari a prescindere, non fidatevene MAI.

Buona musica a tutti... se poi volete ascoltare musica di m..... Fate vobis.