13. set, 2013

Testo preso da VIDEOHIFI

Open Journal di Luciano Noseda

La sottile linea "audio"

Quale delle due cose è più importante per alcuni? La musica in tutte le sue svariate sfaccettature, dal vivo con il suo suono potente ma con una presenza devastante, come un bel concerto rock, oppure un bel concerto di classica da camera, dove ogni strumento viene esaltato in ogni sua armonica. Magari ascoltando un buon disco, sul divano della propria abitazione, con un buon bicchiere di whisky? Oppure la libidine di un amplificatore a valvole, o di un giradischi che pur avendo trenta e più anni suona meravigliosamente?

Tanti LP, tanta buona musica

Vi è una sottile linea, ma ben definita in ogni Audiofilo che ho conosciuto.

Alcuni amano la musica, profondamente, magari per i loro trascorsi, ma non hanno alcuna idea di come riprodurla in casa propria. Altri amano la tecnologia di oggi e dei tempi passati, sentono frequentemente musica ma non ne conoscono più di tanto..

Le persone che amano la musica e anche la tecnologia, con una passione per apparati hifi e per i dischi, sono le più fortunate. Oggi le ultime generazioni sono abbastanza lontane da una conoscenza approfondita dell'hifi, visto che la possibilità di reperire amplificatori, giradischi, casse non è molto facile ed è al contrario molto costosa. La musica, per contro è più usufruibile, da IPod, radio, televisione, ecc. Cosa molto strana è questa, mentre una volta si aveva meno musica in casa ma si possedeva un impianto adatto alla riproduzione audio anche di buon livello mediamente, ora su ha tanta musica riprodotta con i piedi.

Mi domando e vi domando, si deve essenzialmente andare sempre avanti anche se questo "avanti"porta a delle storture? Non credo ci sia bisogno di un referendum per questo problema, mi auspico che in futuro si torni due passi indietro e si possa ricominciare ad avere in casa, mediamente, senza svenarsi, un bell'impianto hifi, e con hifi intendo qualcosa che riproduca la musica con dignita' , che avvicini le famiglie e gli amici, senza che ognuno stia nel suo mondo paradisiaco fatto di uno scatolino e una coppia di tappi i infilati nelle povere orecchie, che dovrebbero essere trattate meglio, penso!

Le condizioni per cui questa cosa possa succedere, ci sono. Sento, parlando con la gente e specialmente con i giovani, una voglia di conoscere le cose passate senza preconcetti, la voglia di avere un impianto per riprodurre musica, con qualità, scovando reperti in cantine e soffitte, con sorpresa ancora funzionanti, e riportare in vita apparecchi fermi da molto e dimenticati per far posto al progresso, che a volte non vuol dire "qualità" della vita migliore.

Non è giusto affidare alle discoteche, o ai pochi concerti dal vivo, in cui di musica, tra l'altro, se ne sente poca, la culturizzazzione, in campo musicale, dei ragazzi di oggi. Non è giusto affidare le orecchie dei nostri figli, solo ad apparecchi portatili e con quelle belle cuffiette, con una risposta in frequenza, fantastica, ma a due millimetri dal Timpano!

Quando era uscito, nei primi anni ottanta, il Compact Disc, io ho venduto tutti i miei amati vinili per catapultarmi verso il progresso, ho sostituito parte del mio impianto per adattarlo al nuovo sistema audio. Bene, ora posso dire con tranquillità assoluta che, maniaco della tecnologia e del progresso, amante del nuovo anche sconosciuto, ho fatto la mia più grossa stronzata!

Oggi sono felice possessore di duemila e rotti LP, ho un impianto Mcintosh di trenta e più anni fa, giradischi di venti e più anni fa e l'unica cosa nuova e' la testina, per ovvie ragioni, ma non disdegno sentire anche delle testine molto datate, Shure, Stanton, ecc. Mi dimenticavo delle casse, naturalmente con altoparlanti Altec molto molto vecchi ma molto molto buoni.

Con questo, non voglio assolutamente dire che bisogna avere, per forza, apparecchi vecchi per sentire la musica bene ma che si può arrivare ad un ascolto positivo e piacevole senza svenarsi e ripescando nel passato le cose BUONE.

Buona musica a tutti.

 

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13. set, 2013

Testo preso da VIDEOHIFI.

Open Journal di Luciano Noseda

9 Settembre, mi ritorni in mente.

Quando ti manca un riferimento, anche nella musica, se sei un appassionato e ti piace sentire dolci melodie e suadenti poesie, ti senti male, non riesci a capire.

Ogni 9 settembre dal 1998 mi ricordo di un amico.

Un amico mai conosciuto di persona, ma divenuto tale a furia di sentirne la voce sui suoi dischi in vinile che mi hanno portato in un mondo meraviglioso.

Forse cio' che ho sentito e risentito, non rappresentava esattamente la sua persona, ma quello che che io ho sempre provato, nel profondo del mio cuore era ed e' una dolce amicizia e vicinanza a questo grande, grande compositore, forse il piu' grande.

Se ne sono dette tante, la verita' come al solito la sa' solo il buon DIO. la cosa vera e indiscutibile e' l'affetto di quelle persone che lo hanno sentito, dal vivo (beati), in televisione, o sui suoi LP, un vero e profondo affetto, una stima.

Da parte mia, sono andato varie volte a trovarlo, non per un motivo religioso ma per una voglia inspiegabile di mettermi vicino alla vetrata di quel monumento tombale e dire qualche parola verso quel nome inciso sul marmo, sentirmi partecipe di quel GRANDE che stava riposando davanti a me, povero tapino insignificante davanti a un genio del suono, della Musica.

Ora non riuscirò' piu a fare queste "dolci" visite a questo Amico, visto che non lo trovero' piu' al suo solito posto.

Non fa nulla, rimarrà finchè vivo nel mio cuore, come uno dei miei famigliari. Alla fine ho capito. Non occorre avere un posto dove piangere e pensare ai propri Cari, occore avere un cuore che accolga volentieri i propri affetti.

Ciao Lucio

 

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